domenica 14 giugno 2020

SINTESI FINALE SULLA "MISURA" STEP#24



In questo blog si è valutato come la misura sia presente in vari ambiti.Iniziando da definizione ed etimologia del termine stesso,fino ad arrivare ad una mappa concettuale contenente le parole e i collegamenti tra esse che rappresentano al meglio quel concetto.Sono stati trattati sia temi legati alla filosofia,sia temi legati maggiormente alla realtà quotidiana.Nel primo caso si parla di filosofia contemporanea,un testo narrativo, uno poetico e un approfondimento legato allo Zibaldone di Leopardi. Nel secondo caso,invece,il concetto è stato individuato nel cinema,in uno spot pubblicitario e nella pandemia che stiamo vivendo in questo 2020.Inoltre c'è anche la presenza di due immagini che raccontano qualcosa solo guardandole in merito alla misura: la prima è soltanto un'immagine rappresentativa, mentre la seconda è un'immagine di un opera delle arti figurative.Il termine sotto indagine è stato anche ripreso nelle sue 
origini italiane ed è stato anche fatto un cenno riguardo le culture straniere.Ci sono stati anche step che ho trovato molto più interessanti e stimolanti in quanto non sono cose che si fanno tutti i giorni:per esempio una cronaca o anche la ricerca di un protagonista che rappresentasse il termine sotto osservazione,senza dimenticare l'abbecedario e la serie TV.
Anche l'approfondimento sul dialogo ho trovato molto interessante,ma anche abbastanza complesso da eseguire. Molto complessi sono stati anche alcuni dei post effettuati,in particolare cosa scegliere da inserire e cosa lasciarne fuori riguardo alcune temi molto importanti: i limiti dello sviluppo in particolare, ma anche un pensiero etico e un utopismo tecnologico.È stato fantastico andare a cercare come il concetto sia presente in una disciplina dell'ingegneria ,molto interessante per il percorso universitario che sto seguendo.
Infine il termine sotto indagine è stato individuato nella mitologia,nei dialoghi di Platone  e nelle differenze fondamentali tra medievale e moderno.È stata un'esperienza nuova e interessante,mai vissuta fin ora,che mi ha aiutato molto a comprendere il vero significato di essere un ingegnere e come viene svolto questo lavoro.












martedì 9 giugno 2020

MAPPA CONCETTUALE SULLA "MISURA" STEP#23


                                             MISURA



"MISURA" IN UNA SERIE TV A TRE PUNTATE STEP#22



PRIMA PUNTATA:"ARRIVA L'ESTATE"
Andrea è un ragazzo che sta per compiere 20 anni che ancora non sa cosa sta per accadergli. Fabiana è una ragazza di appena 16 anni che,  però, si trova molto avanti con i tempi. La ragazza è molto determinata a raggiungere i suoi obiettivi,ricorrendo anche a comportamenti che non si addicono alla sua personalità.Andrea è abbastanza in crisi,visto che si trova per il secondo anno a dover fare i conti con l'esame di stato,dopo non averlo potuto sostenere lo scorso anno.Non sa più da dove iniziare con lo studio e sa che una eventuale seconda bocciatura potrebbe portarlo ad abbandonare gli studi.Fabiana è molto piu libera mentalmente avendo completato il primo anno di liceo e si sta preparando ad un'estate da protagonista,con la quale vuole farsi conoscere e,perché no, trovare anche un ragazzo adatto a lei.Siamo appena arrivati al primo sabato sera dopo la chiusura della scuola per Fabiana e all'ultimo sabato sera prima degli esami per Andrea. Entrambi sentono il bisogna di passare una grande serata, lei per iniziare col botto l'estate,lui per poi restare una decina di giorni sui libri.La serata per entrambi sembra poter essere fantastica e da ricordare nella propria vita.

SECONDA PUNTATA:"LA SETTIMANA DECISIVA"
I due ragazzi si trovano casualmente nella stessa discoteca con i loro amici,mentre il loro grado alcolico cresce esponenzialmente nel corso della serata. Ad un certo momento Andrea nota la ragazza che si sta scatenando con le amiche e si avvicina a loro,con la volontà di offrirle da bere per poi proseguire soli la serata.La ragazza dopo qualche titubanza accetta e i due si dirigono verso il bancone e ordinano una serie di tre shot a testa.Dopo questi attimi intensi,le condizioni dei ragazzi sembra critica,ma riescono a mantenere la giusta lucidità e, una volta tornati in pista, ci sono attimi ancora più intensi fino ad arrivare ad uno di quei baci che si ricorderà per tutta la vita.Da quella sera Andrea e Fabiana non riuscivano a stare staccati per più di 2 ore e le probabilità di Andrea di superare l'esame diminuivano costantemente.Con il passare dei giorni Andrea nota anche il carattere difficile della ragazza che è sempre lei a decidere cosa fare,senza neanche ascoltare le idee del compagno.Anche se c'è la volontà di studiare, Fabiana non glielo lascia fare e, una volta arrivati a poche ore dagli esami,la situazione per Andrea è veramente tragica.
Il giorno dell'esame solo un miracolo può salvarlo,ma ciò non accade e l'esame è un vero fiasco,come era prevedibile aspettarsi.
Ciò che accade nella testa di Andrea dopo questa seconda bocciatura è qualcosa di inaspettato.

ULTIMA PUNTATA:"DUE NUOVI PERSONAGGI"
Andrea è divento triste e sconsolato dopo quella seconda occasione buttata al vento e non riesce a tirarsi su di morale. Fabiana prova a spronarlo chiedendogli di uscire il sabato sera successivo, esattamente due settimane dopo il loro primo incontro. Riesce a convincerlo ma non è a conoscenza della rabbia che prova Andrea dentro di sé,almeno fino a quando i ragazzi si incontrano. Andrea non parla, quasi non respira neanche. È fabiana ad iniziare la conversazione ma,solo vedendo che sta per aprire bocca, Andrea inizia a urlargli contro,dandogli la colpa di ciò che è accaduto,in quanto è stata lei a non permettergli di studiare più per quegli ultimi giorni.Lei prova a rispondere dicendo che se avesse voluto studiare sul serio, avrebbe potuto tranquillamente farlo. È qui che c'è l'entrata in scena di un nuovo personaggio. È semplicemente Andrea che,dopo aver sentito quelle parole,è diventato come lei,comandando il da farsi con la compagna e facendo qualsiasi cosa gli passava per la mente.Dice a Fabiana di voler vedere come reagisce lei a questo comportamento del partner,chiedendole di fare tutto ciò che le dice.Dopo qualche giorno di sopportazione Fabiana non ce la fa più e crolla fisicamente e psicologicamente. Il giorno dopo come tutti si aspettavano i ragazzi si dicono addio a tornano a vivere la propria vita, ma si sentono entrambi molto meglio dopo l'esperienza avuta e hanno capito che con  questo genere di comportamenti gravissimi non combineranno niente nella loro vita.
 


"MISURA" NELL'ETICA STEP#21



Siamo debitori a Max Weber per la destinazione tra due modalità dell'esercizio pratico dell'etica:etica della convinzione e etica della responsabilità. Il punto di partenza della riflessione del sociologo tedesco è che nella modernità i valori non sono più un assoluto ed un qualcosa di immutabile. Questa perdita di ruolo dei valori comunitari riconosce molte cause: in primo luogo, il processo di disincanto innescato dal fatto che il mondo si è gradualmente liberato dalle forze magiche e dalla trascendenza degli dèi ed è così diventato il teatro dell’agire razionale e del calcolo dell’uomo. Proprio sul palcoscenico di questo metaforico teatro si affacciano, oggi, valori non solo diversi ma soprattutto conflittuali.Da questa premessa origina l’idea che l’etica si può esprimere con un volto pratico dicotomico: (a) l’etica dei principi (detta, anche, delle intenzioni o delle convinzioni); (b) e l’etica della responsabilità.
La prima forma di esercizio pratico dell’etica si richiama ai principi e ai valori assoluti che essa assume indipendentemente ed a prescindere dalle conseguenze a cui essi conducono. Il suo prototipo letterario è il Don Chisciotte di Cervantes e, pur senza confondere le idee, la sua espressione comunitaria più nota è quella del cristianesimo: chi crede in Dio e nella vita ultraterrena agisce sulla base di ben precisi principi e valori senza porsi il problema delle conseguenze che derivano dalla loro stretta osservanza. Per chi è cristiano, è così che l’aborto è la soppressione di un essere umano (una vera e propria forma di omicidio) ancorchè eseguito nelle primissime fasi della gestazione che bisogna contrastare indipendentemente da quelle che saranno le conseguenze sulla donna della prosecuzione della gravidanza e della maternità; ed è così, ancora, che il testimone di Geova, che rifiuta la trasfusione per ragioni religiose, deve essere trasfuso con l’obiettivo di salvargli la vita che è un valore non negoziabile. Essa è, dunque, funzionale ai principi ed ai valori confinati dentro i diversi modi del nostro sentire e non ha, né può avere, pretese di legittimità dal valore universalistico.
L’etica della responsabilità è, invece, quella in cui ogni nostra azione viene valutata attentamente sulla base del rapporto che si instaura tra i mezzi e gli scopi dell’azione e delle sue ragionevoli conseguenze. Senza assumere princìpi assoluti, l’etica della responsabilità agisce tenendo sempre presenti le conseguenza pratiche dell’agire: è proprio guardando ad esse che si agisce in vista di un bene ritenuta maggiore o di un male minore.
Sicché l’etica dei principi e quella della responsabilità sono due etiche antitetiche ed inconciliabili, che fanno capo a due diversi modi di connotare la prassi politica come osserva Weber: la prima è, in definitiva, un’etica apolitica, come è testimoniato dal cristiano che agisce seguendo i suoi principi e senza chiedersi se il suo agire può davvero migliorare il mondo. Al contrario, l’etica della responsabilità è indissolubilmente connessa alla politica, proprio perché non perde mai di vista (e anzi le assume come guida) le conseguenze pratiche dell’agire dentro la comunità. L’etica della responsabilità si esprime, quindi, nella vita sociale, considerando le possibili conseguenze delle proprie azioni vanno sulla base del principio dell’ «agire razionale rispetto allo scopo»; quella della convinzione resta, invece, affrancata ai principi ed ai valori che fanno parte del nostro sentire personale, senza preoccuparsi delle sue ricadute esteriori. L’etica della responsabilità, invece, corrisponde all’atteggiamento di colui che vuole migliorare il bene comune e di conseguenza nel suo agire è preoccupato dell’impatto che ciò che fa avrà su di esso: il senso di responsabilità spinge, in altre parole, a prendere in considerazione la totalità delle prevedibili conseguenze e a scegliere in funzione di quelle ritenute migliori o meno peggiori. Chi si direziona in questa prospettiva ritiene che il valore di un’azione deve essere cercato non nell’azione in sé, fine a sé stessa, ma nei suoi risultati. Problema cruciale di questo atteggiamento è però quello di stabilire fino a che punto un mezzo si giustifica solo in funzione dello scopo che deve raggiungere, soprattutto quando il mezzo è un’azione riprovevole.

lunedì 1 giugno 2020

"MISURA" NELLO ZIBALDONE DI GIACOMO LEOPARDI STEP#20



Nello Zibaldone di Leopardi trovano spazio, come se fosse una moderna struttura ipertestuale, riflessioni molteplici legate l’una all’altra con una serie di rimandi che richiedono un esercizio critico da parte del lettore che è chiamato a costruire il suo cosmos attraverso rimandi e notazioni.
La citazione qui proposta focalizza l’attenzione su un tema molto sentito e a lungo indagato da filosofi, poeti e pensatori: la felicità. In un appunto iniziale dello Zibaldone il poeta sostiene, ripetendolo spesso anche in seguito, che “la felicità, considerandola bene, è tutt’uno col piacere” costituendo il piacere la sostanza ultima della felicità. Tuttavia non accontentandosi di questa identificazione sottolinea come sia necessario ricorrere a “i mezzi, le occupazioni, la speranza, l’immaginarseli come gran beni a forza di assuefazione, di pensare ad essi e di procurarli”, quindi lo sforzo,da parte dell’uomo, di essere artefice della propria felicità.
Riecheggia in questa riflessione il motto quattrocentesco Homo faber fortunae suae, paradigma di un uomo artefice del proprio destino poichéé consapevole delle proprie potenzialità e quindi responsabilizzato in merito. La questione sempre viva delle ricerca della felicità, cammino antico dell’uomo di ogni tempo, pone interrogativi attuali: cos’è la felicità oggi? Un gran numero di follower, migliaia di visualizzazioni? Possiamo dirci felici, oggi, poiché basta avere a disposizione un dispositivo elettronico che permetta all’uomo di “fabbricarsi esso stesso de’ beni in tal modo” sentendoci artefici della nostra vita? La felicità, oggi, si misura in like. Una ricerca condotta presso la Carnegie Mellow University ha mostrato come le interazioni personali sul social network danno benessere e appagamento al pari di altre esperienze importanti quali il matrimonio o la nascita di un figlio.Per Leopardi la nostra vita trova un vero senso soltanto nel momento in cui ricerchiamo e raggiungiamo degli obiettivi che pensiamo ci possano rendere felici, altrimenti, senza questa ricerca, la nostra esistenza sarebbe una “nuda vita”, superficiale vuota.
Ma chi può dire che questa sia la vera chiave della felicità? Perché l’essenza della felicità non può essere invece il trascorrere una vita in pace, godendosi il qui e ora come nella filosofia buddista? Ciò che Leopardi indica come chiave per la felicità è una sorta di mito della realizzazione legato a doppio filo con la sua stessa vita e con la sua personale esistenza. Per lui riuscire ad emergere artisticamente, a fare delle opere di rilievo ed essere riconosciuto come autore importante era tutto. La sua vita lo aveva costretto ad ore di “studio matto e disperatissimo”, privandolo di altre gioie e quindi, la sua felicità era inevitabilmente legata al raggiungimento dei suoi obiettivi personali.
Oggi però, sebbene sia importante prefiggersi degli obiettivi, la felicità non è per forza legata al conseguimento e alla realizzazione di ciò che ci si era prefissati. Il mondo moderno in cui viviamo e la società in cui siamo inseriti ci pone infatti davanti a svariate complicazioni che possono trasformare l’obiettivo in sogno. 

"MISURA" IN UN PENSIERO UTOPICO STEP#19



Un utopismo tecnologico è una ideologia basata sulla convinzione che i progressi scientifici e tecnologici possano condurre ad una utopia, o quantomeno contribuiscano a soddisfare qualche desiderio impossibile da realizzare. Una tecno-utopia è quindi una ipotetica società ideale, in cui le leggi, il governo, e le condizioni sociali operino esclusivamente per il bene e la felicità di tutti i suoi cittadini, ambientato in un prossimo, o lontano, futuro, nel quale la scienza avanzata e la tecnologia consentano l'esistenza di questi standard di vita ideali, come ad esempio la fine della scarsità di risorse, delle trasformazioni della natura umana, l'abolizione della sofferenza e anche l'immortalità.
Alla fine del XX e inizi del XXI secolo molte ideologie e movimenti, come la controcultura cyberdelica, l'ideologia californiana, il transumanesimo e il singolaritanismo, sono emersi per promuovere una forma di tecno-utopia. Il critico culturale Imre Szeman sostiene il fatto che una utopia tecnologica sia una metanarrazione irrazionale in quanto non esistono prove a sostegno di tale teoria. Egli conclude che ciò che viene mostrato dall'esistenza di tale teoria è la misura di quanto la società contemporanea abbia posto una grande fiducia nelle narrazioni del progresso e della tecnologia. Questo avviene nonostante esistano molteplici elementi che evidenziano il fatto che alcune tecnologie aumentino i problemi anziché diminuirli.

"MISURA" NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA STEP#18



Nel terzo capitolo del primo libro del quarto volume della Storia della filosofia moderna 1906-1907-1920-1940 Ernst Cassirer (1874-1945) seguiva il problema filosofico della conoscenza nei sistemi posthegeliani affrontando il concetto di ordine e misura nella geometria: secondo Erodoto nell’antichità la prima geometria greca derivava dall’originaria geometria egizia; lo sviluppo speculativo scientifico greco della geometria pratica egizia era rilevato da Proclo nel commento ad Euclide tramandando il giudizio di Eudemo della matematica pitagorica come prima matematica teorica base dell’educazione liberale; l’idea matematica greca antica della misura come ordine universale si sviluppa nell’idea moderna e contemporanea della matematica come scienza di ordine o relazione.
E. Cassirer rilevava in G. W. Leibniz (1646-1716) nel Seicento la prima idea moderna della matematica come scienza di ordine e relazione: come studio logico delle leggi della forma delle operazioni del pensiero il calcolo combinatorio era per Leibniz la vera scienza matematica fondamentale: «Questo concetto della mathesis universalis andava anche molto più in là di quanto avesse insegnato Cartesio: esso esigeva una trasformazione e un rinnovamento della geometria per una via contraria a quella seguita da Cartesio nella geometria analitica; i nuovi concetti di Leibniz prepararono il terreno alla analysis situs e agli altri sviluppi moderni della geometria» (Ernst Cassirer, Storia della filosofia moderna, volume 4, 1940, Il Saggiatore 1968, p. 84).
Nel pensiero matematico moderno e contemporaneo il carattere puro o a priori della geometria come scienza ipotetico-deduttiva era da Cassirer storicamente rilevato nello stesso sviluppo delle geometrie non euclidee come sistemi geometrici alternativi alla geometria euclidea: è il carattere puro a priori o indipendenza da realtà ed esperienza a conferire rigorosa scientificità alla metrica dei sistemi geometrici subordinando la misura alle relazioni d’ordine secondo i teoremi del movimento come concetto empirico purificato: «Lungi dal mettere in dubbio il carattere aprioristico della geometria le geometrie non euclidee hanno anzi reso più evidente tale carattere… con le premesse incluse nel concetto di movimento si fa entrare nella geometria qualcosa di empirico. Passando alla metrica non possiamo infatti ignorare tali premesse… il carattere rigorosamente scientifico delle diverse geometrie metriche è basato sul fatto che non abbiamo a che fare col reale nello spazio ma con sistemi ipotetico-deduttivi. Gli assiomi, di per se stessi, non dicono nulla sull’esistenza empirica di oggetti o fenomeni: sono unicamente schemi logici vuoti di scienze possibili… Qui ritorniamo dunque all’argomento trattato da H. Poincaré riguardo alla sistematica della geometria: la relazione tra esperienza e pensiero. Nessuna geometria è attinta semplicemente dall’esperienza; però una di esse può essere scelta in modo adatto alla risoluzione di certi problemi posti dall’esperienza» (Ernst Cassirer, Storia della filosofia moderna, volume 4, 1940, Il Saggiatore 1968, pp. 88-89-90).
La subordinazione della misura all’ordine e quindi il primato dell’ordine sulla misura in geometria emergeva infine dalla considerazione filosofico-scientifica del rapporto di sistema fisico-geometrico e realtà secondo la dialettica conoscitiva di teoria ed esperienza: dall’empirismo matematico sofisticato di Hermann von Helmholtz (1821-1894) al convenzionalismo di Henri Poincaré (1854-1912) la comprensione otto-novecentesca della relazione tra momento operativo ed empirico e momento razionale della conoscenza rinnovava per Cassirer il pensiero antico: «Che anche la fisica, nel suo progresso puramente intrinseco, possa condurre a problemi che esigono il passaggio ad una geometria non euclidea è provato dalla teoria della relatività. Con ciò risulta nuovamente, come si poteva vedere da tutto lo sviluppo concettuale della geometria proiettiva, che la metrica contiene in sé un elemento variabile di fronte alle costanti della forma spaziale considerata in generale… Con ciò si è creato un nuovo indirizzo di pensiero… Ma non è intervenuta alcuna frattura logica; anzi, il nuovo ideale della conoscenza è congiunto all’antico, tanto storicamente quanto sistematicamente, per mezzo di organi intermedi ben determinati, in una perfetta continuità» (Ernst Cassirer, Storia della filosofia moderna, volume 4, 1940, Il Saggiatore 1968, pp. 90-91).

ABBECEDARIO SULLA "MISURA" STEP#17

MISURA:

Azione
Bellezza
Controllo
Destino
Effetto
Felicità 
Gravità 
Intuito
Limite
Maturità 
Negligenza
Obiettivo
Parola
Quoziente
Reazione
Sistema
Tecnologia 
Universo
Velocità 
Zero


TESTIMONIAL CHE RAPPRESENTA LA "MISURA" STEP#16



La quantità secondo la definizione aristotelica è quel concetto indicato dal termine πόσον [poson] (quanto) che esprime la misura della sostanza del mondo fisico.
La quantità è una delle categorie fondamentali, assieme a quella di qualità, relazione, che esprime la proprietà per cui ogni singolo ente può essere sottoposto ad una misura eventualmente numerica.
Secondo Aristotele, superando l'antica indistinzione dell'aritmogeometria della scuola pitagorica, vi sono le quantità discrete, come i numeri e le parti del discorso, indivisibili e le quantità continue, come le grandezze geometriche, il movimento e il tempo, che possono invece essere divise all'infinito.
Nell'Organon Aristotele estende il concetto di quantità nell'ambito della Logica specificatamente per quanto riguarda i giudizi universali o particolari a seconda che nel soggetto esprimano una quantità universale (Tutti gli uomini) o particolare (Qualche uomo). 

"MISURA" NEI LIMITI DELLO SVILUPPO STEP#15



L'esistenza di limiti dello sviluppo, almeno della popolazione, fu già intuita da G. Botero alla fine del Cinquecento. Alla metà del Settecento R. Wallace calcolò, in base all'aumento del numero degli uomini in progressione geometrica (partendo dai 3 figli di Noè dopo il diluvio), la popolazione mondiale in oltre 400 miliardi e sostenne che essa doveva poi essere diminuita per effetto di vari fattori limitanti fino a ridursi al suo tempo a circa 900 milioni. Le note teorie di Malthus suggerivano che l'aumento della popolazione s'interrompe quando tutta la terra coltivabile è sfruttata: la legge della redditività decrescente impedisce alla produzione agricola di crescere proporzionalmente a ulteriori disponibilità di mano d'opera. L'equilibrio è raggiunto e la popolazione resta costante quando i salari scendono al livello minimo di sussistenza. Storicamente invece l'innovazione tecnica e industriale hanno più che compensato le diminuzioni di redditività, mentre i progressi della medicina e dell'igiene hanno ridotto i tassi di mortalità: conseguentemente sono cresciuti notevolmente popolazione e livelli salariali. Corrispondentemente i problemi di sviluppo economico, sui quali si è più concentrata l'attenzione, sono stati: adeguatezza degl'investimenti per sostenere lo sviluppo, condizioni di decollo (take off) dell'economia in paesi sottosviluppati, confronti fra lo sviluppo economico in paesi a economia mista e a economia pianificata centralmente, mezzi atti a evitare crisi economiche e conseguenti interruzioni dello sviluppo. Si teme che una ripresa dell'economia statunitense venga inibita dalla scarsità dei capitali d'investimento, che sarebbero necessari nella misura di 4500 miliardi di dollari dal 1975 al 1985.
Alla fine degli anni Sessanta si diffusero largamente serie preoccupazioni motivate: dall'incessante aumento della popolazione mondiale e dai rischi crescenti di gravi carestie, dalla previsione dell'esaurimento di risorse naturali (minerali, petrolio), dall'inquinamento crescente, dalla proliferazione della complicazione dei grandi sistemi tecnologici, dalla sperequazione nello sfruttamento delle risorse e dalle tensioni sociali e politiche conseguenti ai fattori citati.

"MISURA" IN UN FATTO DI CRONACA STEP#14



La mattina del 28 gennaio del 1986 lo Space Shuttle Challenger era pronto sulla rampa di lancio per l’avvio della missione STS-51L.
A bordo dell’astronave prossima alla partenza c’erano i sette membri dell’equipaggio: Ellison Onizuka, Christa McAuliffe, Gregory Jarvis, Judith Resnik, Michael J. Smith, Francis “Dick” Scobee e Ronald McNair.
McAuliffe era una maestra elementare e partecipava alla missione grazie al Teacher in Space Project, un’iniziativa voluta dall’allora presidente Ronald Reagan per incentivare l’interesse degli studenti nelle scienze e rendere onore agli insegnanti statunitensi.
Dopo le procedure di rito e i numerosi controlli di sicurezza, il countdown proseguì normalmente arrivando al momento zero, quello in cui si avviava la procedura finale per portare in pochi minuti lo Shuttle in orbita.
Ad assistere al lancio, avvenuto alle 11:38 del mattino, c’erano i parenti e gli amici degli astronauti, gli alunni di McAuliffe, la stampa e il tradizionale gruppo di appassionati. Il lancio fu trasmesso anche in diretta dalle principali emittenti televisive e l’interesse per la missione era più alto del solito grazie alla presenza della maestra che viaggiava verso lo Spazio.
A 73 secondi dal lancio, il Challenger si disintegrò sull’Oceano Atlantico in una enorme nube di fumo e detriti, uccidendo tutti i membri dell’equipaggio. L’incidente, scoprirono i tecnici della NASA nei mesi seguenti, fu causato dal malfunzionamento di una guarnizione nella porzione inferiore del razzo a propellente solido destro (uno dei due razzi bianchi attaccati al grande serbatoio centrale, quello di colore arancione), forse a causa della bassa temperatura quando venne effettuato il lancio. I gas ad altissima pressione all’interno del razzo fuoriuscirono con violenza dalla fessura non isolata dalla guarnizione, causando infine un grave cedimento che, complici le sollecitazioni aerodinamiche in gioco, portarono il Challenger a disintegrarsi.
La NASA tornò a far volare gli Shuttle solo due anni dopo e dopo molte indagini e polemiche, con la missione “Ritorno al volo”.

SINTESI FINALE SULLA "MISURA" STEP#24

In questo blog si è valutato come la misura sia presente in vari ambiti.Iniziando da  definizione ed etimologia  del termine stesso,fino ad ...