lunedì 1 giugno 2020

"MISURA" NELLO ZIBALDONE DI GIACOMO LEOPARDI STEP#20



Nello Zibaldone di Leopardi trovano spazio, come se fosse una moderna struttura ipertestuale, riflessioni molteplici legate l’una all’altra con una serie di rimandi che richiedono un esercizio critico da parte del lettore che è chiamato a costruire il suo cosmos attraverso rimandi e notazioni.
La citazione qui proposta focalizza l’attenzione su un tema molto sentito e a lungo indagato da filosofi, poeti e pensatori: la felicità. In un appunto iniziale dello Zibaldone il poeta sostiene, ripetendolo spesso anche in seguito, che “la felicità, considerandola bene, è tutt’uno col piacere” costituendo il piacere la sostanza ultima della felicità. Tuttavia non accontentandosi di questa identificazione sottolinea come sia necessario ricorrere a “i mezzi, le occupazioni, la speranza, l’immaginarseli come gran beni a forza di assuefazione, di pensare ad essi e di procurarli”, quindi lo sforzo,da parte dell’uomo, di essere artefice della propria felicità.
Riecheggia in questa riflessione il motto quattrocentesco Homo faber fortunae suae, paradigma di un uomo artefice del proprio destino poichéé consapevole delle proprie potenzialità e quindi responsabilizzato in merito. La questione sempre viva delle ricerca della felicità, cammino antico dell’uomo di ogni tempo, pone interrogativi attuali: cos’è la felicità oggi? Un gran numero di follower, migliaia di visualizzazioni? Possiamo dirci felici, oggi, poiché basta avere a disposizione un dispositivo elettronico che permetta all’uomo di “fabbricarsi esso stesso de’ beni in tal modo” sentendoci artefici della nostra vita? La felicità, oggi, si misura in like. Una ricerca condotta presso la Carnegie Mellow University ha mostrato come le interazioni personali sul social network danno benessere e appagamento al pari di altre esperienze importanti quali il matrimonio o la nascita di un figlio.Per Leopardi la nostra vita trova un vero senso soltanto nel momento in cui ricerchiamo e raggiungiamo degli obiettivi che pensiamo ci possano rendere felici, altrimenti, senza questa ricerca, la nostra esistenza sarebbe una “nuda vita”, superficiale vuota.
Ma chi può dire che questa sia la vera chiave della felicità? Perché l’essenza della felicità non può essere invece il trascorrere una vita in pace, godendosi il qui e ora come nella filosofia buddista? Ciò che Leopardi indica come chiave per la felicità è una sorta di mito della realizzazione legato a doppio filo con la sua stessa vita e con la sua personale esistenza. Per lui riuscire ad emergere artisticamente, a fare delle opere di rilievo ed essere riconosciuto come autore importante era tutto. La sua vita lo aveva costretto ad ore di “studio matto e disperatissimo”, privandolo di altre gioie e quindi, la sua felicità era inevitabilmente legata al raggiungimento dei suoi obiettivi personali.
Oggi però, sebbene sia importante prefiggersi degli obiettivi, la felicità non è per forza legata al conseguimento e alla realizzazione di ciò che ci si era prefissati. Il mondo moderno in cui viviamo e la società in cui siamo inseriti ci pone infatti davanti a svariate complicazioni che possono trasformare l’obiettivo in sogno. 

Nessun commento:

Posta un commento

SINTESI FINALE SULLA "MISURA" STEP#24

In questo blog si è valutato come la misura sia presente in vari ambiti.Iniziando da  definizione ed etimologia  del termine stesso,fino ad ...