domenica 14 giugno 2020

SINTESI FINALE SULLA "MISURA" STEP#24



In questo blog si è valutato come la misura sia presente in vari ambiti.Iniziando da definizione ed etimologia del termine stesso,fino ad arrivare ad una mappa concettuale contenente le parole e i collegamenti tra esse che rappresentano al meglio quel concetto.Sono stati trattati sia temi legati alla filosofia,sia temi legati maggiormente alla realtà quotidiana.Nel primo caso si parla di filosofia contemporanea,un testo narrativo, uno poetico e un approfondimento legato allo Zibaldone di Leopardi. Nel secondo caso,invece,il concetto è stato individuato nel cinema,in uno spot pubblicitario e nella pandemia che stiamo vivendo in questo 2020.Inoltre c'è anche la presenza di due immagini che raccontano qualcosa solo guardandole in merito alla misura: la prima è soltanto un'immagine rappresentativa, mentre la seconda è un'immagine di un opera delle arti figurative.Il termine sotto indagine è stato anche ripreso nelle sue 
origini italiane ed è stato anche fatto un cenno riguardo le culture straniere.Ci sono stati anche step che ho trovato molto più interessanti e stimolanti in quanto non sono cose che si fanno tutti i giorni:per esempio una cronaca o anche la ricerca di un protagonista che rappresentasse il termine sotto osservazione,senza dimenticare l'abbecedario e la serie TV.
Anche l'approfondimento sul dialogo ho trovato molto interessante,ma anche abbastanza complesso da eseguire. Molto complessi sono stati anche alcuni dei post effettuati,in particolare cosa scegliere da inserire e cosa lasciarne fuori riguardo alcune temi molto importanti: i limiti dello sviluppo in particolare, ma anche un pensiero etico e un utopismo tecnologico.È stato fantastico andare a cercare come il concetto sia presente in una disciplina dell'ingegneria ,molto interessante per il percorso universitario che sto seguendo.
Infine il termine sotto indagine è stato individuato nella mitologia,nei dialoghi di Platone  e nelle differenze fondamentali tra medievale e moderno.È stata un'esperienza nuova e interessante,mai vissuta fin ora,che mi ha aiutato molto a comprendere il vero significato di essere un ingegnere e come viene svolto questo lavoro.












martedì 9 giugno 2020

MAPPA CONCETTUALE SULLA "MISURA" STEP#23


                                             MISURA



"MISURA" IN UNA SERIE TV A TRE PUNTATE STEP#22



PRIMA PUNTATA:"ARRIVA L'ESTATE"
Andrea è un ragazzo che sta per compiere 20 anni che ancora non sa cosa sta per accadergli. Fabiana è una ragazza di appena 16 anni che,  però, si trova molto avanti con i tempi. La ragazza è molto determinata a raggiungere i suoi obiettivi,ricorrendo anche a comportamenti che non si addicono alla sua personalità.Andrea è abbastanza in crisi,visto che si trova per il secondo anno a dover fare i conti con l'esame di stato,dopo non averlo potuto sostenere lo scorso anno.Non sa più da dove iniziare con lo studio e sa che una eventuale seconda bocciatura potrebbe portarlo ad abbandonare gli studi.Fabiana è molto piu libera mentalmente avendo completato il primo anno di liceo e si sta preparando ad un'estate da protagonista,con la quale vuole farsi conoscere e,perché no, trovare anche un ragazzo adatto a lei.Siamo appena arrivati al primo sabato sera dopo la chiusura della scuola per Fabiana e all'ultimo sabato sera prima degli esami per Andrea. Entrambi sentono il bisogna di passare una grande serata, lei per iniziare col botto l'estate,lui per poi restare una decina di giorni sui libri.La serata per entrambi sembra poter essere fantastica e da ricordare nella propria vita.

SECONDA PUNTATA:"LA SETTIMANA DECISIVA"
I due ragazzi si trovano casualmente nella stessa discoteca con i loro amici,mentre il loro grado alcolico cresce esponenzialmente nel corso della serata. Ad un certo momento Andrea nota la ragazza che si sta scatenando con le amiche e si avvicina a loro,con la volontà di offrirle da bere per poi proseguire soli la serata.La ragazza dopo qualche titubanza accetta e i due si dirigono verso il bancone e ordinano una serie di tre shot a testa.Dopo questi attimi intensi,le condizioni dei ragazzi sembra critica,ma riescono a mantenere la giusta lucidità e, una volta tornati in pista, ci sono attimi ancora più intensi fino ad arrivare ad uno di quei baci che si ricorderà per tutta la vita.Da quella sera Andrea e Fabiana non riuscivano a stare staccati per più di 2 ore e le probabilità di Andrea di superare l'esame diminuivano costantemente.Con il passare dei giorni Andrea nota anche il carattere difficile della ragazza che è sempre lei a decidere cosa fare,senza neanche ascoltare le idee del compagno.Anche se c'è la volontà di studiare, Fabiana non glielo lascia fare e, una volta arrivati a poche ore dagli esami,la situazione per Andrea è veramente tragica.
Il giorno dell'esame solo un miracolo può salvarlo,ma ciò non accade e l'esame è un vero fiasco,come era prevedibile aspettarsi.
Ciò che accade nella testa di Andrea dopo questa seconda bocciatura è qualcosa di inaspettato.

ULTIMA PUNTATA:"DUE NUOVI PERSONAGGI"
Andrea è divento triste e sconsolato dopo quella seconda occasione buttata al vento e non riesce a tirarsi su di morale. Fabiana prova a spronarlo chiedendogli di uscire il sabato sera successivo, esattamente due settimane dopo il loro primo incontro. Riesce a convincerlo ma non è a conoscenza della rabbia che prova Andrea dentro di sé,almeno fino a quando i ragazzi si incontrano. Andrea non parla, quasi non respira neanche. È fabiana ad iniziare la conversazione ma,solo vedendo che sta per aprire bocca, Andrea inizia a urlargli contro,dandogli la colpa di ciò che è accaduto,in quanto è stata lei a non permettergli di studiare più per quegli ultimi giorni.Lei prova a rispondere dicendo che se avesse voluto studiare sul serio, avrebbe potuto tranquillamente farlo. È qui che c'è l'entrata in scena di un nuovo personaggio. È semplicemente Andrea che,dopo aver sentito quelle parole,è diventato come lei,comandando il da farsi con la compagna e facendo qualsiasi cosa gli passava per la mente.Dice a Fabiana di voler vedere come reagisce lei a questo comportamento del partner,chiedendole di fare tutto ciò che le dice.Dopo qualche giorno di sopportazione Fabiana non ce la fa più e crolla fisicamente e psicologicamente. Il giorno dopo come tutti si aspettavano i ragazzi si dicono addio a tornano a vivere la propria vita, ma si sentono entrambi molto meglio dopo l'esperienza avuta e hanno capito che con  questo genere di comportamenti gravissimi non combineranno niente nella loro vita.
 


"MISURA" NELL'ETICA STEP#21



Siamo debitori a Max Weber per la destinazione tra due modalità dell'esercizio pratico dell'etica:etica della convinzione e etica della responsabilità. Il punto di partenza della riflessione del sociologo tedesco è che nella modernità i valori non sono più un assoluto ed un qualcosa di immutabile. Questa perdita di ruolo dei valori comunitari riconosce molte cause: in primo luogo, il processo di disincanto innescato dal fatto che il mondo si è gradualmente liberato dalle forze magiche e dalla trascendenza degli dèi ed è così diventato il teatro dell’agire razionale e del calcolo dell’uomo. Proprio sul palcoscenico di questo metaforico teatro si affacciano, oggi, valori non solo diversi ma soprattutto conflittuali.Da questa premessa origina l’idea che l’etica si può esprimere con un volto pratico dicotomico: (a) l’etica dei principi (detta, anche, delle intenzioni o delle convinzioni); (b) e l’etica della responsabilità.
La prima forma di esercizio pratico dell’etica si richiama ai principi e ai valori assoluti che essa assume indipendentemente ed a prescindere dalle conseguenze a cui essi conducono. Il suo prototipo letterario è il Don Chisciotte di Cervantes e, pur senza confondere le idee, la sua espressione comunitaria più nota è quella del cristianesimo: chi crede in Dio e nella vita ultraterrena agisce sulla base di ben precisi principi e valori senza porsi il problema delle conseguenze che derivano dalla loro stretta osservanza. Per chi è cristiano, è così che l’aborto è la soppressione di un essere umano (una vera e propria forma di omicidio) ancorchè eseguito nelle primissime fasi della gestazione che bisogna contrastare indipendentemente da quelle che saranno le conseguenze sulla donna della prosecuzione della gravidanza e della maternità; ed è così, ancora, che il testimone di Geova, che rifiuta la trasfusione per ragioni religiose, deve essere trasfuso con l’obiettivo di salvargli la vita che è un valore non negoziabile. Essa è, dunque, funzionale ai principi ed ai valori confinati dentro i diversi modi del nostro sentire e non ha, né può avere, pretese di legittimità dal valore universalistico.
L’etica della responsabilità è, invece, quella in cui ogni nostra azione viene valutata attentamente sulla base del rapporto che si instaura tra i mezzi e gli scopi dell’azione e delle sue ragionevoli conseguenze. Senza assumere princìpi assoluti, l’etica della responsabilità agisce tenendo sempre presenti le conseguenza pratiche dell’agire: è proprio guardando ad esse che si agisce in vista di un bene ritenuta maggiore o di un male minore.
Sicché l’etica dei principi e quella della responsabilità sono due etiche antitetiche ed inconciliabili, che fanno capo a due diversi modi di connotare la prassi politica come osserva Weber: la prima è, in definitiva, un’etica apolitica, come è testimoniato dal cristiano che agisce seguendo i suoi principi e senza chiedersi se il suo agire può davvero migliorare il mondo. Al contrario, l’etica della responsabilità è indissolubilmente connessa alla politica, proprio perché non perde mai di vista (e anzi le assume come guida) le conseguenze pratiche dell’agire dentro la comunità. L’etica della responsabilità si esprime, quindi, nella vita sociale, considerando le possibili conseguenze delle proprie azioni vanno sulla base del principio dell’ «agire razionale rispetto allo scopo»; quella della convinzione resta, invece, affrancata ai principi ed ai valori che fanno parte del nostro sentire personale, senza preoccuparsi delle sue ricadute esteriori. L’etica della responsabilità, invece, corrisponde all’atteggiamento di colui che vuole migliorare il bene comune e di conseguenza nel suo agire è preoccupato dell’impatto che ciò che fa avrà su di esso: il senso di responsabilità spinge, in altre parole, a prendere in considerazione la totalità delle prevedibili conseguenze e a scegliere in funzione di quelle ritenute migliori o meno peggiori. Chi si direziona in questa prospettiva ritiene che il valore di un’azione deve essere cercato non nell’azione in sé, fine a sé stessa, ma nei suoi risultati. Problema cruciale di questo atteggiamento è però quello di stabilire fino a che punto un mezzo si giustifica solo in funzione dello scopo che deve raggiungere, soprattutto quando il mezzo è un’azione riprovevole.

lunedì 1 giugno 2020

"MISURA" NELLO ZIBALDONE DI GIACOMO LEOPARDI STEP#20



Nello Zibaldone di Leopardi trovano spazio, come se fosse una moderna struttura ipertestuale, riflessioni molteplici legate l’una all’altra con una serie di rimandi che richiedono un esercizio critico da parte del lettore che è chiamato a costruire il suo cosmos attraverso rimandi e notazioni.
La citazione qui proposta focalizza l’attenzione su un tema molto sentito e a lungo indagato da filosofi, poeti e pensatori: la felicità. In un appunto iniziale dello Zibaldone il poeta sostiene, ripetendolo spesso anche in seguito, che “la felicità, considerandola bene, è tutt’uno col piacere” costituendo il piacere la sostanza ultima della felicità. Tuttavia non accontentandosi di questa identificazione sottolinea come sia necessario ricorrere a “i mezzi, le occupazioni, la speranza, l’immaginarseli come gran beni a forza di assuefazione, di pensare ad essi e di procurarli”, quindi lo sforzo,da parte dell’uomo, di essere artefice della propria felicità.
Riecheggia in questa riflessione il motto quattrocentesco Homo faber fortunae suae, paradigma di un uomo artefice del proprio destino poichéé consapevole delle proprie potenzialità e quindi responsabilizzato in merito. La questione sempre viva delle ricerca della felicità, cammino antico dell’uomo di ogni tempo, pone interrogativi attuali: cos’è la felicità oggi? Un gran numero di follower, migliaia di visualizzazioni? Possiamo dirci felici, oggi, poiché basta avere a disposizione un dispositivo elettronico che permetta all’uomo di “fabbricarsi esso stesso de’ beni in tal modo” sentendoci artefici della nostra vita? La felicità, oggi, si misura in like. Una ricerca condotta presso la Carnegie Mellow University ha mostrato come le interazioni personali sul social network danno benessere e appagamento al pari di altre esperienze importanti quali il matrimonio o la nascita di un figlio.Per Leopardi la nostra vita trova un vero senso soltanto nel momento in cui ricerchiamo e raggiungiamo degli obiettivi che pensiamo ci possano rendere felici, altrimenti, senza questa ricerca, la nostra esistenza sarebbe una “nuda vita”, superficiale vuota.
Ma chi può dire che questa sia la vera chiave della felicità? Perché l’essenza della felicità non può essere invece il trascorrere una vita in pace, godendosi il qui e ora come nella filosofia buddista? Ciò che Leopardi indica come chiave per la felicità è una sorta di mito della realizzazione legato a doppio filo con la sua stessa vita e con la sua personale esistenza. Per lui riuscire ad emergere artisticamente, a fare delle opere di rilievo ed essere riconosciuto come autore importante era tutto. La sua vita lo aveva costretto ad ore di “studio matto e disperatissimo”, privandolo di altre gioie e quindi, la sua felicità era inevitabilmente legata al raggiungimento dei suoi obiettivi personali.
Oggi però, sebbene sia importante prefiggersi degli obiettivi, la felicità non è per forza legata al conseguimento e alla realizzazione di ciò che ci si era prefissati. Il mondo moderno in cui viviamo e la società in cui siamo inseriti ci pone infatti davanti a svariate complicazioni che possono trasformare l’obiettivo in sogno. 

"MISURA" IN UN PENSIERO UTOPICO STEP#19



Un utopismo tecnologico è una ideologia basata sulla convinzione che i progressi scientifici e tecnologici possano condurre ad una utopia, o quantomeno contribuiscano a soddisfare qualche desiderio impossibile da realizzare. Una tecno-utopia è quindi una ipotetica società ideale, in cui le leggi, il governo, e le condizioni sociali operino esclusivamente per il bene e la felicità di tutti i suoi cittadini, ambientato in un prossimo, o lontano, futuro, nel quale la scienza avanzata e la tecnologia consentano l'esistenza di questi standard di vita ideali, come ad esempio la fine della scarsità di risorse, delle trasformazioni della natura umana, l'abolizione della sofferenza e anche l'immortalità.
Alla fine del XX e inizi del XXI secolo molte ideologie e movimenti, come la controcultura cyberdelica, l'ideologia californiana, il transumanesimo e il singolaritanismo, sono emersi per promuovere una forma di tecno-utopia. Il critico culturale Imre Szeman sostiene il fatto che una utopia tecnologica sia una metanarrazione irrazionale in quanto non esistono prove a sostegno di tale teoria. Egli conclude che ciò che viene mostrato dall'esistenza di tale teoria è la misura di quanto la società contemporanea abbia posto una grande fiducia nelle narrazioni del progresso e della tecnologia. Questo avviene nonostante esistano molteplici elementi che evidenziano il fatto che alcune tecnologie aumentino i problemi anziché diminuirli.

"MISURA" NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA STEP#18



Nel terzo capitolo del primo libro del quarto volume della Storia della filosofia moderna 1906-1907-1920-1940 Ernst Cassirer (1874-1945) seguiva il problema filosofico della conoscenza nei sistemi posthegeliani affrontando il concetto di ordine e misura nella geometria: secondo Erodoto nell’antichità la prima geometria greca derivava dall’originaria geometria egizia; lo sviluppo speculativo scientifico greco della geometria pratica egizia era rilevato da Proclo nel commento ad Euclide tramandando il giudizio di Eudemo della matematica pitagorica come prima matematica teorica base dell’educazione liberale; l’idea matematica greca antica della misura come ordine universale si sviluppa nell’idea moderna e contemporanea della matematica come scienza di ordine o relazione.
E. Cassirer rilevava in G. W. Leibniz (1646-1716) nel Seicento la prima idea moderna della matematica come scienza di ordine e relazione: come studio logico delle leggi della forma delle operazioni del pensiero il calcolo combinatorio era per Leibniz la vera scienza matematica fondamentale: «Questo concetto della mathesis universalis andava anche molto più in là di quanto avesse insegnato Cartesio: esso esigeva una trasformazione e un rinnovamento della geometria per una via contraria a quella seguita da Cartesio nella geometria analitica; i nuovi concetti di Leibniz prepararono il terreno alla analysis situs e agli altri sviluppi moderni della geometria» (Ernst Cassirer, Storia della filosofia moderna, volume 4, 1940, Il Saggiatore 1968, p. 84).
Nel pensiero matematico moderno e contemporaneo il carattere puro o a priori della geometria come scienza ipotetico-deduttiva era da Cassirer storicamente rilevato nello stesso sviluppo delle geometrie non euclidee come sistemi geometrici alternativi alla geometria euclidea: è il carattere puro a priori o indipendenza da realtà ed esperienza a conferire rigorosa scientificità alla metrica dei sistemi geometrici subordinando la misura alle relazioni d’ordine secondo i teoremi del movimento come concetto empirico purificato: «Lungi dal mettere in dubbio il carattere aprioristico della geometria le geometrie non euclidee hanno anzi reso più evidente tale carattere… con le premesse incluse nel concetto di movimento si fa entrare nella geometria qualcosa di empirico. Passando alla metrica non possiamo infatti ignorare tali premesse… il carattere rigorosamente scientifico delle diverse geometrie metriche è basato sul fatto che non abbiamo a che fare col reale nello spazio ma con sistemi ipotetico-deduttivi. Gli assiomi, di per se stessi, non dicono nulla sull’esistenza empirica di oggetti o fenomeni: sono unicamente schemi logici vuoti di scienze possibili… Qui ritorniamo dunque all’argomento trattato da H. Poincaré riguardo alla sistematica della geometria: la relazione tra esperienza e pensiero. Nessuna geometria è attinta semplicemente dall’esperienza; però una di esse può essere scelta in modo adatto alla risoluzione di certi problemi posti dall’esperienza» (Ernst Cassirer, Storia della filosofia moderna, volume 4, 1940, Il Saggiatore 1968, pp. 88-89-90).
La subordinazione della misura all’ordine e quindi il primato dell’ordine sulla misura in geometria emergeva infine dalla considerazione filosofico-scientifica del rapporto di sistema fisico-geometrico e realtà secondo la dialettica conoscitiva di teoria ed esperienza: dall’empirismo matematico sofisticato di Hermann von Helmholtz (1821-1894) al convenzionalismo di Henri Poincaré (1854-1912) la comprensione otto-novecentesca della relazione tra momento operativo ed empirico e momento razionale della conoscenza rinnovava per Cassirer il pensiero antico: «Che anche la fisica, nel suo progresso puramente intrinseco, possa condurre a problemi che esigono il passaggio ad una geometria non euclidea è provato dalla teoria della relatività. Con ciò risulta nuovamente, come si poteva vedere da tutto lo sviluppo concettuale della geometria proiettiva, che la metrica contiene in sé un elemento variabile di fronte alle costanti della forma spaziale considerata in generale… Con ciò si è creato un nuovo indirizzo di pensiero… Ma non è intervenuta alcuna frattura logica; anzi, il nuovo ideale della conoscenza è congiunto all’antico, tanto storicamente quanto sistematicamente, per mezzo di organi intermedi ben determinati, in una perfetta continuità» (Ernst Cassirer, Storia della filosofia moderna, volume 4, 1940, Il Saggiatore 1968, pp. 90-91).

ABBECEDARIO SULLA "MISURA" STEP#17

MISURA:

Azione
Bellezza
Controllo
Destino
Effetto
Felicità 
Gravità 
Intuito
Limite
Maturità 
Negligenza
Obiettivo
Parola
Quoziente
Reazione
Sistema
Tecnologia 
Universo
Velocità 
Zero


TESTIMONIAL CHE RAPPRESENTA LA "MISURA" STEP#16



La quantità secondo la definizione aristotelica è quel concetto indicato dal termine πόσον [poson] (quanto) che esprime la misura della sostanza del mondo fisico.
La quantità è una delle categorie fondamentali, assieme a quella di qualità, relazione, che esprime la proprietà per cui ogni singolo ente può essere sottoposto ad una misura eventualmente numerica.
Secondo Aristotele, superando l'antica indistinzione dell'aritmogeometria della scuola pitagorica, vi sono le quantità discrete, come i numeri e le parti del discorso, indivisibili e le quantità continue, come le grandezze geometriche, il movimento e il tempo, che possono invece essere divise all'infinito.
Nell'Organon Aristotele estende il concetto di quantità nell'ambito della Logica specificatamente per quanto riguarda i giudizi universali o particolari a seconda che nel soggetto esprimano una quantità universale (Tutti gli uomini) o particolare (Qualche uomo). 

"MISURA" NEI LIMITI DELLO SVILUPPO STEP#15



L'esistenza di limiti dello sviluppo, almeno della popolazione, fu già intuita da G. Botero alla fine del Cinquecento. Alla metà del Settecento R. Wallace calcolò, in base all'aumento del numero degli uomini in progressione geometrica (partendo dai 3 figli di Noè dopo il diluvio), la popolazione mondiale in oltre 400 miliardi e sostenne che essa doveva poi essere diminuita per effetto di vari fattori limitanti fino a ridursi al suo tempo a circa 900 milioni. Le note teorie di Malthus suggerivano che l'aumento della popolazione s'interrompe quando tutta la terra coltivabile è sfruttata: la legge della redditività decrescente impedisce alla produzione agricola di crescere proporzionalmente a ulteriori disponibilità di mano d'opera. L'equilibrio è raggiunto e la popolazione resta costante quando i salari scendono al livello minimo di sussistenza. Storicamente invece l'innovazione tecnica e industriale hanno più che compensato le diminuzioni di redditività, mentre i progressi della medicina e dell'igiene hanno ridotto i tassi di mortalità: conseguentemente sono cresciuti notevolmente popolazione e livelli salariali. Corrispondentemente i problemi di sviluppo economico, sui quali si è più concentrata l'attenzione, sono stati: adeguatezza degl'investimenti per sostenere lo sviluppo, condizioni di decollo (take off) dell'economia in paesi sottosviluppati, confronti fra lo sviluppo economico in paesi a economia mista e a economia pianificata centralmente, mezzi atti a evitare crisi economiche e conseguenti interruzioni dello sviluppo. Si teme che una ripresa dell'economia statunitense venga inibita dalla scarsità dei capitali d'investimento, che sarebbero necessari nella misura di 4500 miliardi di dollari dal 1975 al 1985.
Alla fine degli anni Sessanta si diffusero largamente serie preoccupazioni motivate: dall'incessante aumento della popolazione mondiale e dai rischi crescenti di gravi carestie, dalla previsione dell'esaurimento di risorse naturali (minerali, petrolio), dall'inquinamento crescente, dalla proliferazione della complicazione dei grandi sistemi tecnologici, dalla sperequazione nello sfruttamento delle risorse e dalle tensioni sociali e politiche conseguenti ai fattori citati.

"MISURA" IN UN FATTO DI CRONACA STEP#14



La mattina del 28 gennaio del 1986 lo Space Shuttle Challenger era pronto sulla rampa di lancio per l’avvio della missione STS-51L.
A bordo dell’astronave prossima alla partenza c’erano i sette membri dell’equipaggio: Ellison Onizuka, Christa McAuliffe, Gregory Jarvis, Judith Resnik, Michael J. Smith, Francis “Dick” Scobee e Ronald McNair.
McAuliffe era una maestra elementare e partecipava alla missione grazie al Teacher in Space Project, un’iniziativa voluta dall’allora presidente Ronald Reagan per incentivare l’interesse degli studenti nelle scienze e rendere onore agli insegnanti statunitensi.
Dopo le procedure di rito e i numerosi controlli di sicurezza, il countdown proseguì normalmente arrivando al momento zero, quello in cui si avviava la procedura finale per portare in pochi minuti lo Shuttle in orbita.
Ad assistere al lancio, avvenuto alle 11:38 del mattino, c’erano i parenti e gli amici degli astronauti, gli alunni di McAuliffe, la stampa e il tradizionale gruppo di appassionati. Il lancio fu trasmesso anche in diretta dalle principali emittenti televisive e l’interesse per la missione era più alto del solito grazie alla presenza della maestra che viaggiava verso lo Spazio.
A 73 secondi dal lancio, il Challenger si disintegrò sull’Oceano Atlantico in una enorme nube di fumo e detriti, uccidendo tutti i membri dell’equipaggio. L’incidente, scoprirono i tecnici della NASA nei mesi seguenti, fu causato dal malfunzionamento di una guarnizione nella porzione inferiore del razzo a propellente solido destro (uno dei due razzi bianchi attaccati al grande serbatoio centrale, quello di colore arancione), forse a causa della bassa temperatura quando venne effettuato il lancio. I gas ad altissima pressione all’interno del razzo fuoriuscirono con violenza dalla fessura non isolata dalla guarnizione, causando infine un grave cedimento che, complici le sollecitazioni aerodinamiche in gioco, portarono il Challenger a disintegrarsi.
La NASA tornò a far volare gli Shuttle solo due anni dopo e dopo molte indagini e polemiche, con la missione “Ritorno al volo”.

lunedì 11 maggio 2020

"MISURA" IN UNA DISCIPLINA DELL'INGEGNERIA STEP#13



In qualsiasi disciplina scientifica è importante poter misurare, infatti la finalità di una misura è di ottenere risultati oggettivi da eventuali esperimenti, in modo da poter rendere un determinato processo ripetibile e confrontabile; inoltre, da una serie di misure si possono ricavare modelli matematici utili per la disciplina in esame.Le valutazioni metriche dei processi e dei progetti sono misure quantitative che consentono di conoscere l’efficacia dei processi e dei progetti software. I dati di base sono raccolti relativamente alla qualità e alla produttività. Tali dati sono poi analizzati, confrontati con le medie precedenti e usati per determinare se si sono verificati miglioramenti nella qualità e/o nella produttività. Le valutazioni sono utilizzate anche per evidenziare aree critiche in modo da realizzare soluzioni e migliorare il processo di sviluppo del software.Se non si eseguono queste misure, ogni giudizio può basarsi esclusivamente su valutazioni personali e quindi soggettive. Invece, con l’ausilio di misure, è possibile individuare tendenze positive o negative, stimare meglio le operazioni e ottenere dei miglioramenti nel tempo.Anche se i termini misura, misurazione e metrica sono spesso considerati sinonimi, è importante sottolineare le sottili differenze. Nell’ambito dell’ingegneria del software,una misura fornisce un’indicazione quantitativa del grado, ammontare, dimensione, capacità di un attributo di un prodotto o di un processo. La misurazione è l’atto di determinare una misura. Un glossario stilato dall’IEEE definisce così il termine metrica: “una misura quantitativa del grado in cui un sistema, componente o processo possiede un certo attributo”.Le metriche del software giocano un ruolo chiave nell’ingegneria del software. Per poter migliorare le prestazioni, la produttività e la qualità, le organizzazioni necessitano di poter “misurare” il software a ogni stadio del ciclo di vita. Il ricorso alle metriche dovrebbe facilitare lo sviluppo di modelli capaci di descrivere, ma anche predire, le dimensioni attributi di processo e di prodotto.In generale le metriche del software sono utili per:Migliorare il processo software;pianificare, seguire e controllare l’andamento di un progetto;valutare la qualità di un prodotto;stimare lo sforzo richiesto per sviluppare un sistema software.
Le metriche del software dovrebbero essere indipendenti dello sviluppo tecnico e dalle scelte di implementazione, così da poter essere utilizzate per confrontare la produttività di differenti tecnologie e tecniche. Le metriche del software dovrebbero essere:semplici,oggettive,ottenibili ad un costo ragionevole,valide e robuste.Le misurazioni del software possono essere classificate utilizzando la stessa classificazione delle misurazioni del mondo fisico. In particolare individuiamo due famiglie: misure dirette (ad esempio la lunghezza di un chiodo) e misure indirette (ad esempio la “qualità” dei chiodi prodotti, misurata contando quelli scartati) .Le misure dirette del processo software comprendono il costo e l’impegno impiegato. Le misure dirette del prodotto comprendono le righe di codice prodotte (LOC), la velocità di esecuzione, la memoria occupata e i difetti rilevati in un dato intervallo temporale. Le misure indirette del prodotto comprendono funzionalità (function point), qualità, complessità (complessità ciclomatica), efficienza, affidabilità, facilità di manutenzione.

"MISURA" NEL PENSIERO MEDIEVALE E NEL MONDO MODERNO STEP#12



Nel mondo medievale:
Nel medioevo la suddivisione della giornata era scandita dalle “ore canoniche“, queste indicavano i momenti delle preghiere in comune dei monaci e per un lungo periodo furono la principale misurazione del tempo, non solo nei conventi o nelle chiese ma anche nei campi, nei castelli e villaggi.
Il Mattutino, durante la notte prima dell’alba, quindi le Lodi all’alba, seguite dall’ora Prima (alle ore 6:00), la Terza (alle ore 9:00), la Sesta (alle ore 12:00), la Nona (alle ore 15:00), i Vespri al tramonto e infine la Completa prima di coricarsi, regolavano la vita di tutte le persone, dai religiosi ai nobili, dai contadini ai militi.
Un tempo lento, in un’epoca dove ogni occupazione, dal lavoro nei campi alla copiatura di un manoscritto, così come un addestramento militare,richiedeva un impegno manuale prolungato e pertanto non si avvertiva alcuna necessità di una suddivisione più minuziosa della giornata.
Dalla fine del ‘200 tuttavia, con l’avvento dei mercanti, sorgono altre esigenze così che accanto al “Tempo della Chiesa” si affianca il “Tempo dei Mercanti“: si moltiplicano le meridiane, orologi solari che però necessitavano oltre che del sole anche della loro visione diretta per comprendere che ora fosse (bisognava guardarle per capire che ora fosse, quindi poco pratiche); il salto di qualità si ha verso il XIV secolo, anche per il perfezionamento delle tecniche metallurgiche, quando si creano i primi orologi meccanici che vengono posti sulle torri dei palazzi comunali o sui campanili delle chiese a scandire con suoni di campane le ore e addirittura dei quarti d’ora a tutti gli abitanti dei villaggi.

Nel mondo moderno:
Prima dell’introduzione del metro come unità di misura standard, avvenuta nella Francia rivoluzionaria il 26 marzo 1791, ciascuna città era dotata delle proprie unità di misura di peso, lunghezza, misura dei terreni e capacità dei liquidi.Questo generava ovviamente grosse difficoltà in vari campi tra cui ad esempio il commercio di beni e derrate come tessuti, vino, grano, olio e materiali per l’edilizia (coppi o mattoni); la compravendita dei terreni, i rilievi topografici e catastali, la costruzione di strade e ferrovie e ovviamente la ricerca scientifica e la condivisione del sapere.
Anche una semplice trattativa commerciale tra città confinanti richiedeva infatti l’uso di tabelle di conversione e strumenti di misura generalmente poco precisi o addirittura falsificati per trarne vantaggio. Per risolvere almeno in parte questo problema numerose città si dotarono di campioni di misura ufficiali esposti nei luoghi di mercato o su edifici particolarmente significativi.
Si trattava di spesse lastre di pietra saldamente murate sulle facciate degli edifici per evitarne il furto o addirittura di semplici intagli direttamente incisi nelle murature.
Ciascun campione comprendeva generalmente le unità di misura lineari e spesso anche la sagoma esatta dei materiali da costruzione come tegole, coppi, mattoni e loro eventuali sottomultipli: questo fatto a prima vista può sembrare curioso, ma dobbiamo considerare che anticamente i mattoni si vendevano sfusi, cioè a numero, e che i fabbricanti avevano dunte l’interesse a ridurne le misure per trarne ulteriori guadagni.
Le misure lineari erano costituite da lunghe incisioni in cui era inserita una barra metallica, spesso originariamente graduata, che ora risulta purtroppo quasi sempre perduta o illeggibile. Per i materiali da costruzione si adottavano invece tre soluzioni:
– semplici sagome incise, come ad esempio a Bologna;
– sagome incavate (Modena);
– veri e propri campioni tridimensionali in rilievo (Assisi, Rimini, Città di Castello e Longiano).
Per i pesi e le capacità ci si serviva invece di campioni mobili consistenti di contenitori certificati in legno o metallo custoditi da appositi funzionari.
Questi campioni coprono un arco temporale molto vasto, compreso tra il Basso Medioevo (XIV-XV secolo) e il XVII secolo.

lunedì 4 maggio 2020

"MISURA" NELLA PANDEMIA COVID 19 STEP#11

"MISURA" NELLA PANDEMIA COVID 19
STEP#11

Misure attuate dal Governo italiano per  limitare la diffusione del covid 19:
http://www.governo.it/it/coronavirus-misure-del-governo#

Situazione attuale dei contagiati a livello globale:
https://who.sprinklr.com/


giovedì 16 aprile 2020

"MISURA" NEI DIALOGHI DI PLATONE STEP#08



Il Teeteto (in greco Θεαίτητος[1]) è un dialogo di Platone riconducibile alla fase della maturità, collocabile tra il 386-367 a.C. in cui il filosofo afferma che è impossibile considerare vera la scienza se non in riferimento all'essere, cioè l'idea. Questo discorso è finalizzato a smentire la soggettività gnoseologica dei sofisti, i quali ritenevano che fossero i sensi a determinare la conoscenza, cosa che invece Platone nega fermamente: per il filosofo si perviene alla conoscenza tramite la dianoia (διάνοια), la ragione matematica e discorsiva.
Nel dialogo Platone affronta anche la dottrina protagorea dell'uomo-misura (μέτρον ἄνθρωπος), basata sull'assunto secondo cui:
«L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono.»
(Teeteto 152a)
Con la dottrina eraclitea Platone pone l'attenzione sulla condizione transitoria in cui si trovano gli oggetti sensibili, i quali, cambiando, si danno ogni volta agli organi di senso in modi sempre diversi. Questo, si è detto, è una derivazione logica che Platone trae dal relativismo proprio della dottrina protagorea, la quale viene approfondita in quella che è solitamente definita «apologia di Protagora»: al tempo in cui è ambientato il dialogo il sofista è già morto da qualche anno, e per questo motivo Socrate immagina con quali parole egli, se fosse stato presente, si sarebbe difeso dalle critiche mossegli (165c-168c).
«Io sostengo che la verità è proprio come io ho scritto: ciascuno di noi infatti è misura delle cose che sono e di quelle che non sono. Ma esiste una differenza incolmabile tra l'uno e l'altro proprio su questo punto, perché le cose appaiono in modo diverso all'uno e in modo diverso ancora all'altro. E io sono tanto lontano dal sostenere che non esiste sapienza e uomo sapiente, che anzi chiamo uomo sapiente quello che a uno di noi, al quale le cose appaiono e sono cattive, farà cambiare opinione, in modo che le cose gli appaiano e siano buone.»
(Teeteto 166d)
«Ma mai nessuno fece in modo che chi avesse opinioni false poi venisse a concepire opinioni vere. Non è possibile infatti che si abbiano opinioni su cose che non esistono, né altre opinioni sulle sensazioni: soltanto queste sono sempre vere. Così, chi per una condizione infelice dell'anima ha opinioni con essa concordanti, si può fare in modo, penso, che concepisca altrettante opinioni migliori che alcuni, per ignoranza, chiamano fantasie vere, e io invece migliori, le une delle altre, ma niente affatto più vere.»
(Teeteto 167a-b)

"MISURA" IN UN'OPERA DI ARTI FIGURATIVE STEP#09



               


"MISURA" ALL'INTERNO DI UN TESTO DI UN MESSAGGIO PUBBLICITARIO STEP#05

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"MISURA" ALL'INTERNO DI UN TESTO DI LETTERATURA NARRATIVA STEP#06



Descrizione della novella " La roba" di Giovanni Verga:
La Roba di Verga è una novella che, come abbiamo visto, narra le vicende di un uomo, Mazzarò, che ha come unico scopo raccogliere e accumulare roba, nel senso di ricchezza. Mazzarò però è un vinto, un uomo senza speranza perché non si rende conto delle cose veramente importanti della vita le quali, ovviamente, non sono le ricchezze materiali che lui brama per tutta la sua esistenza. Già da come viene descritto fisicamente, si capisce che Mazzarò è un avido, ma allo stesso tempo molto astuto visto che riesce a “rubare” i possedimenti dell’uomo che fino a poco tempo prima lo sfruttava come bracciante. Tuttavia, una volta ottenuto un po’ di potere, non lo sfrutta nel modo giusto, ossia migliorando le condizioni di vita di coloro che, come lui, sono braccianti. L’unica cosa che interessa a Mazzarò è il possesso di roba: terre, campagne, pascoli… più cose ha, più ne vorrebbe. Ogni cosa per Mazzarò è sinonimo di denaro e ricchezza: anche la morte della madre non viene vista come un dolore emotivo, ma come una perdita di soldi per il funerale. Mazzarò lotta, lotta duramente tutta la vita, ma resta uno sconfitto: un anti-eroe in qualche modo che sfrutta malissimo la sua intelligenza e che viene completamente accecato dalla sua bramosia al punto tale che arriva a uccidere parte del suo bestiame, poco prima di morire, per paura di perderlo e di non poterlo portare con sé dopo la sua morte.

"MISURA" ALL'INTERNO DI UN'OPERA POETICA STEP#07



Il cuore come misura della vita nella raccolta di liriche "Sentimento del tempo" di Giuseppe Ungaretti:
Il titolo della raccolta suggerisce l’idea di un tempo che, nel suo inesorabile fluire, deposita nel soggetto un sentimento causato dal vuoto lasciato da ciò che non è più, indicandoci, così, quanto la coscienza dello scorrere del tempo e della perdita delle cose occupi e animi la riflessione ungarettiana di questo periodo; riflessione incentrata, appunto, sulla percezione fra il presente, il passato e l’eterno.Lo scorrere del tempo è colto attraverso la contemplazione di Roma, città barocca per eccellenza, caratterizzata dall’alternarsi di vita e morte, ovvero la forza creatrice e distruttrice della natura, rappresentate la brevità del tempo e ciò che di esso ci rimane: il soffio della poesia.Tema centrale di questo componimento è la limitatezza del tempo umano: lo spettacolo naturale della luce del tramonto su una piccola montagna scatena, nel poeta, una riflessione sulla fine della vita.  Il tempo è reso attraverso la figura della prosopopea: il bacio fra il poeta e il tempo che si pone come emblema della fine dell’esistenza.  Ciò che tiene la misura di questa limitata esistenza è il cuore, che ne segna il ritmo con ogni palpito e che sembra avvicinare la morte.

martedì 31 marzo 2020

"MISURA" ALL'INTERNO DELLA MITOLOGIA STEP#04





Nelle varie mitologie il misurare assume i significati di giudizio, idea personale, giustizia, equità morale, equilibrio, conteggio.


Procruste era il soprannome di Polipemone e deriva dal verbo προκρούω, che significa "stirare". Aveva appunto l'abitudine di accogliere i viandanti e dar loro ospitalità per poi aggredirli e sottoporli a supplizio: nella sua casa aveva due letti, uno più corto e uno piú lungo. Egli distendeva gli uomini bassi sul letto lungo e, per far sí che le loro gambe si adattassero alla misura del letto, le stirava. Con lo stessa idea distendeva gli uomini alti sul letto corto e amputava loro le gambe secondo la misura del letto. Per la sua condotta inaccettabile fu punito da Teseo con la stessa tortura. L'espressione letto di Procruste indica oggi il tentativo di omologare con forza, di rendere della stessa misura, le persone e le idee.


Le tre Moire (o Parche, per i latini) sono le divinità greche che rappresentano il destino inesorabile. A loro spettava tessere il filo della vita di ogni uomo e deciderne le sorti: Cloto ("io filo") che filava lo stame della vita, Lachesi ("destino") che con un righello misurava la lunghezza del filo della vita assegnato dal Fato ad ognuno e Atropo ("inevitabile") che lo tagliava quando necessario, ponendo fine alla vita dei mortali.

Nella mitologia egizia Seshat ("lei che è lo scriba") è la dea della sagezza, della conoscenza, della scrittura, ed è per questo raffigurata come uno scriba o un contabile che impugna e registra su un'asta tacchettata il passare degli anni (da cui deriva il geroglifico per "anno") e in particolar modo lo spazio temporale destinato al faraone sulla Terra, analogamente a Lachesi. Alle volte tiene in mano una corda annodata, utilizzata nella misurazione delle lunghezze nella costruzione dei templi, di cui Seshat è il supervisore che assicura l'allineamento e la perfezione delle dimensioni




Per la spiritualità egizia è fondamentale il Libro dei Morti, che descrive il percorso delle anime dalla morte fisica verso l'aldilà. Maat rappresenta nella cultura egizia l'equità, la morale, la legge. Dinanzi a lei devono presentarsi le anime nell'oltretomba e sotto la supervisione del custode Anubi avviene la pesata del cuore del defunto: se questo è più pesante della piuma di struzzo di Maat non è degno della pace ultraterrena ed è gettato in pasto al demone ippopotamo-coccodrillo-leone Ammit, se invece pesa esattamente quanto la piuma, può varcare i cancelli del paradiso, accolto da Aaru.

In Egitto Maat, in Grecia Themis, a Roma Iustitia, in tutto il Mediterraneo la giustizia è personificata nel corpo di una donna ed è esplicata per mezzo di una bilancia a bracci uguali, simbolo dei equità. Se Themis rappresenta in generale la giustizia, sua figlia Dike, sempre bilancia alla mano, è simbolo della legge e delle norme in senso stretto. La Iustitia latina, con la bilancia in una mano e la spada nell'altra, ancora oggi si trova nei palazzi di giustizia nelle culture occidentali. Nella sua omologa latina Invidia, Nemesi, dea della vendetta e della punizione in Grecia, è ritratta con in mano una riga o una bilancia.

Nella cultura hindu il tempo scorre in maniera ciclica ed è centrale la sua misurazione, che avviene secondo la vita del dio creatore Brahma.

Se i greci considerano Hermes il dio dei pesi e delle misure, i sumeri attribuiscono a Nanshe, dio della giustizia, della profezia e della fertilità, l'introduzione delle misure e della standardizzazione. Un suo inno recita "Si pesi l'argento con campioni standard, si standardizzi la grandezza dei cesti di canna, questi stabiliscono una misura accettata tra i popoli".

IMMAGINE DI "MISURA" STEP#03





TRADUZIONI E STORIE DI "MISURA" IN ALTRE LINGUE STEP#01BIS



Traduzione in inglese:"measure"

STORIA ED ORIGINI DI "MISURA" STEP#02




La metrologia (dal greco antico metron, misura, e logos, discorso, pensiero) è la scienza che fornisce riferimenti, metodi e strumenti per effettuare misurazioni accurate, affidabili e confrontabili, fondamentali sia nell’indagine del mondo fisico, sia nella produzione e nello scambio di beni e servizi. La metrologia è una disciplina antica: fin dall’antichità, l’uomo sentì l’esigenza di misurare quelle grandezze fisiche utilizzate nella vita di tutti i giorni, come le lunghezze, le aree, i volumi, i pesi o gli intervalli di tempo. Tale necessità, fondamentale per la regolamentazione e lo sviluppo degli scambi commerciali di beni e di merci, ha fatto si che ogni popolo del passato inventasse un sistema di unità di misure. La scienza delle misure ebbe una grande accelerazione con la seconda rivoluzione industriale, quando inizia ad assumere la fisionomia e l’organizzazione che oggi le appartengono.

Da quando esistono gli uomini,esiste la necessità di misurare il tempo,la lunghezza e il peso. Anche gli uomini primitivi avevano bisogno di misurare quanto erano grandi le loro prede o quanto fossero lontane le sorgenti.In particolare le misure di lunghezza nascono con il confronto rispetto alle parti del corpo.Ad esempio vengono usati: il dito,la spanna,il piede,il passo e i loro multipli.Popoli antichi ,ma non preistorici come gli Egizi,sentirono la necessità di un unità di misura per tracciare i confini dei loro terreni.La prima  unita' di misura egizia è il cubito,ovvero la distanza tra la punta del gomito e il dito medio della mano.Crearono anche delle asticelle di legno o pietra calibrate su questa misura.
Anche i Romani usavano le parti del corpo come unità di misura,ma per evitare frodi crearono delle tabelle dove segnavano le misure esatte di queste unità.Le più usate dai Romani erano:il dito,il palmo,il piede e per le misure più grandi erano la pertica che valeva 10 piedi e il miglio che  ne valeva 5.000.


Il 20 maggio 1875 a Parigi venne firmata la Convenzione del Metro: 17 paesi, tra cui l’Italia, si impegnano a esprimere le loro misure in un linguaggio comune e condiviso, il Sistema Internazionale delle Unità di misura (SI, Système International).
In seguito vennero fondati gli istituti metrologici nazionali. Oggi in tutti i paesi sviluppati sono presenti istituti metrologici e la Convenzione del Metro annovera 57 stati membri e 40 paesi associati. L’INRIM è un ente pubblico di ricerca scientifica che costituisce in Italia il presidio della metrologia. Questo ente è l’erede di due storici enti di ricerca nati a Torino, la città italiana in cui la scienza delle misure si sviluppa a partire da fine Ottocento: l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris e l’Istituto di Metrologia Gustavo Colonnetti, confluiti nel 2006 in un unico organismo, sul modello di molte altre nazioni.

SINTESI FINALE SULLA "MISURA" STEP#24

In questo blog si è valutato come la misura sia presente in vari ambiti.Iniziando da  definizione ed etimologia  del termine stesso,fino ad ...